Organizzazione in cucina

La vita è difficile, abbiamo sempre troppo poco tempo e la prima cosa che togliamo dalla lista di cose da fare è cucinare. E così la nostra cucina viene invasa dalla nebbia di un mattina d’autunno.

Ma ci sono dei casi in cui la vita è difficile, abbiamo sempre troppo poco tempo ma non possiamo non cucinare, perché dobbiamo sfamare un’intera famiglia, la nostra, al cui interno c’è qualche bambino che non possiamo, per ovvi motivi, nutrire solo al ristorante o con dei comodi take away pieni di sale, gluttamato e oli variamente idrogenati.

E così, in mezzo ai giochi e cicordante da tanto tanto rumore, fatto di urla e striduli vari, ci ritroviamo a cucinare.

E allora l’organizzazione è d’obbligo.

Le scelte sono svariate.

Possiamo seguire il metodo Jamie Oliver, affascinante in 30 minutes meals: perfetto, a suo agio, fin troppo organizzato.

Possiamo seguire l’approccio “atomico”: cucino e la cucina si trasforma in un’esplosione atomica che per rimettere a posto mi ci vorrà almeno un’ora, ma vuoi mettere quanto mi sento appagata del rivedere tutto tornare in ordine?

Possiamo trovare, come le americane, una serie di piatti da rifare in continuazione, a distanza di una o due settimane, in modo che per realizzarli sappiamo cosa fare sempre e comunque.

Non seguo nessuno di questi metodi.

Jamie ha la cucina dei miei sogni: al momento siamo in affitto e non ho tutto quello spazio. Non ho nemmeno un microonde.

Non provo nessuna soddisfazione dal pulire e mettere in ordine la cucina.

Non cucino quasi mai un piatto più di una, massimo due volte, se no mi annoio.

Cosa faccio?

Mi organizzo sia fisicamente sia mentalmente.

  1. Decido le cene di tutta la settimana la domenica, segnando che ingredienti devo compare o scongelare.
  2. Metto in ordine: svuoto la lavastoviglie, ci metto i piatti della colazione (che sì, mamma, ballano in giro alle volte fino alle quattro del pomeriggio, ma sai com’è, no?) e libero tutte le superfici piane. Tutto quello che rimane in giro sono le cose fisse (macchina del caffè, robot, carta da cucina…) e nient’altro.
  3. Se seguo una ricetta la leggo almeno 1 volta per intero, dagli ingredienti a tutti i passaggi.
  4. Tiro fuori tutti gli ingredienti che mi servono: proteine, cereali, verdure, spezie, oli, condimenti… Li sistemo o sul tavolo o di fianco ai fuochi.
  5. Se c’è da mettere l’acqua a bollire o da accendere il forno, lo faccio subito, dopo aver raccolto tutto quello che mi serve.
  6. Prendo un piatto o una ciotola capiente per tutti gli scarti, in modo da non dover andare di continuo alla spazzatura: quando ho finito butto tutto.
  7. Prendo l’asse e il coltello e inizio a preparare tutto. Per liberare l’asse, se sto tagliando più di un ingrediente, trasferisco ogni ingrediente tagliato in un piatto o più piatti. Se gli ingredienti hanno tutti lo stesso tempo di aggiunta e di cottura li metto nello stesso piatto, se no in più piatti. Prendo delle ciotoline per le spezie o per i condimenti e misuro tutto quello che va misurato. Uso un solo asse e un solo coltello (la maggior parte del tempo) e se cambio ingrediente lo lavo velocemente sotto l’acqua calda.
  8. Quando finisco di usare una ciotola o un coltello o qualsiasi altra cosa la metto subito in lavastoviglie, SUBITO!
  9. Prediligo le mono cotture: cucino tutto insieme in un’unica pentola o padella, usando al massimo differenti tempi di cottura, ma la maggior parte delle volte non soffriggo nemmeno la carne dello stufato, ma metto tutto insieme a sobbollire e me lo dimentico (e ve lo assicuro: funziona). Faccio anche la pizza, certo, ma la lascio lievitare molto a lungo e se voglio farla con il sugo, lo preparo il giorno prima.

Di solito cucino la cena prima di andare a prendere i bambini all’asilo e al nido e visto che sono pigra, ho uno scatto di attività verso le 15, giusto un’ora prima di dover uscire e non voglio perdere altro tempo in cucina. In quell’ora preparo tutto o per lasciarlo cuocere mentre sono fuori o per cuocerlo poco prima di cena.

Cucinare con due bambini piccoli in giro è uno stress al quale nessuno dovrebbe sottoporsi se non in casi di estrema necessità! Esiste anche chi cucina durante il sonnellino del pomeriggio e anch’io per un certo periodo non riuscivo a fare altro.

E voi, come vi organizzate in cucina?

Questo post lo dedico alla mia amica Lalui che mi ha dato l’ispirazione per scriverlo.

 

4 comments

  1. raffaella doni says:

    La parola organizzazione è già difficile di per sè…troppe zeta.

    Sono almeno” due Settembri” che quello che è il tuo punto NR 1 è tra i miei buoni propositi…
    e non l’ho mai fatto. Nemmeno una volta, una settimana. Se ci penso mi si svuota la testa.

    Io alle 17.30 circa apro il frigo, frugo, osservo e creo…mentre il frigo suona, suona, suona….

    A volte seccede il miracolo e alle 19.15 è pronta una bella cenetta, a volte le mie tre bimbette hanno il sopravvento e ci salva il risotto fatto in pentola a pressione!

  2. Luigina says:

    Io devo capire perché sulla mia asse ci finisce sempre tutto, levandomi lo spazio per tagliare. Ci appoggio cose che non devono essere tagliate. E poi non capisco perché quando cucina lui è bomba atomica assicurata :-)

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