Gradine, freddo, tempeste hanno messo a dura prova i miei carré.
Uno è rigoglioso, l’altro il deserto.
Nel carré rigoglioso continuano a crescere scalogni, prezzemolo, broccoli, cetrioli (ma ci sono solo le foglie al momento), porri, fagiolini, ravanelli (ma stanno facendo una brutta fine), pomodori, insalata (ma se la sta vedendo male anche lei) e carote.
Nel carré deserto la zucchina ha fatto un fiore e due giorni dopo l’ha perso, il peperone è ridotto a uno stelo, fiori e rucola non sembrano interessarsi a crescere, tanto meno le barbabietole, mentre le cipolle continuano.
C’è qualcosa, oltre alle intemperie e al fresco di questa regione, qualcosa che sta attentando alla crescita di tutto.
Questo qualcosa si chiama lumache, le limaces per la precisione, ovvero le lumache senza il guscio, che da piccola chiamavo signore Carlotta e seguivo per tutto il giardino.
Ma da adulta qualsiasi fascinazione nei loro confronti è passata. Certo, continuo a trovare quelle mini antenne molto tenere, ma al momento non le voglio vedere!
Mangiano TUTTO: foglie, germogli, insalata… Si lasciano dietro la loro bava lucente e si nascondono.
Ma la saggezza di mio marito sta risolvendo il problema.
Non potendo usare prodotti chimici, per via della presenza del gatto e dei bambini, abbiamo dovuto affidarci a prodotti atossici.
E così mio marito se n’è uscito con la sua “ricetta”:
1 parte di acqua
1 parte di birra
2 cucchiai di zucchero
Mescoli tutto, versi nel fondo di una bottiglia di plastica (tagliata a circa 10 centimetri dalla base) e sistemi accanto all’orto.
La notte, attirate dallo zucchero, le lumache ci finiscono dentro e affogano.
E dopo un po’, quando iniziano a essere tante, formano una disgustosa schiumetta in superficie della quale mio marito agilmente si libera, insieme ai cadaveri.
E così le stiamo sterminando!
Crudele?
Forse.
Ma la natura è crudele!
Save the garden!